Pantheon

Non c’è un altro monumento a Roma come il Pantheon che riesce a evocare in maniera tanto nitida e brillante quella che doveva essere la regalità dell’antico Impero Romano.

La precoce conversione in un luogo di culto per la religione cristiana lo ha fatto diventare il monumento antico meglio conservato della Città Eterna.

Si erge magnificamente nei pressi di Piazza della Rotonda, non lontano da Piazza di Spagna e da Largo Argentina.

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La storia del Pantheon

Il Pantheon rappresenta senza dubbio la maggiore struttura romana che è giunta pressoché intatta fino ai giorni nostri. Possiamo ammirarla con gli stessi occhi stupiti degli antichi cittadini romani.

La struttura fu edificata dall’Imperatore Adriano nel periodo compreso tra il 118 e il 128 d.C. Prese il posto del tempio del 27 a.C. di Marco Agrippa.

Questo fatto spiega il perché della curiosa iscrizione che si trova sulla facciata del tempio: “Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, edificò”.

Questo era un chiaro atto di modestia dello stesso Adriano, che decise di conservare questa incisione originaria che proclamava in modo solenne la paternità di Agrippa per l’opera.

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Successivamente, ci fu un cambiamento di “ruolo”: il Pantheon divenne infatti chiesa di Santa Maria ad Martyres nel 609 d.C.

Attualmente ospita delle tombe molto illustri, tra cui quelle di Raffaello e dei re Vittorio Emanuele II e Umberto I, il primo e il secondo sovrano dell’Italia unita.

L’ingegneria del Pantheon

Il Pantheon, il quale ha un aspetto sostanzialmente sobrio, elegante, ma anche piuttosto forte all’esterno, sorprende per la bellezza e l’eleganza degli interni.

Le proporzioni, l’armonia e la simmetria della sua spettacolare cupola sono più che evidenti.

Quella che si può ammirare ogni giorno illuminata dallo splendido sole di Roma è stata la cupola più grande del mondo fino al 1882.

Fu poi superata in dimensioni dalla stazione termale di Buxton, in Inghilterra.

Il diametro, inoltre, è di poco superiore ai 43 metri, vale a dire la stessa misura che si ottiene partendo dal pavimento del Pantheon.

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A questo punto può sorgere spontanea una domanda: non ci sono problemi di peso in questo caso?

L’ostacolo è stato brillantemente risolto mediante la realizzazione dei cassettoni e l’utilizzo di materiali sempre più leggeri a mano a mano che si passava dalla base sino alla corona.

Piuttosto singolare è l’oculo centrale con il diametro pari a nove metri.

Si tratta dell’unica apertura del Pantheon e consente alla luce, ma anche alla pioggia, di cadere sul marmo del pavimento sottostante.

La parete interna della rotonda della chiesa, poi, è scandita in modo alternato da grosse nicchie ed edicole.

I pavimenti in marmo policromo sono stati decorati con dei motivi geometrici dall’aspetto essenziale.

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