Il nome dell’Ara Pacis ci fa intendere già qualcosa sulla sua storia e l’origine. Si trova non distante da Piazza del popolo. Il nome dell’Ara Pacis ci fa intendere già qualcosa sulla sua storia e l’origine. In effetti, si tratta dell’altare, vale a dire il monumento che è stato dedicato alla dea Pace dall’imperatore Augusto.
Questo altare si trova all’interno di un apposito edificio recente realizzato in acciaio, vetro e travertino.

Le decorazioni del monumento, invece, sono soprattutto degli interessanti bassorilievi che possono essere fatti risalire al 9 a.C.
L’Ara Pacis fu realizzata e completata per offrire una celebrazione e un trionfo degno nei confronti del ritorno dell’imperatore Augusto a Roma, impegnato con le campagne in Spagna e Gallia.
Inoltre, il nome Pacis indica che si celebrava in maniera importante anche la pace che era stata raggiunta e stabilita all’interno del mondo romano.
Come è strutturato per il resto questo altare?
La parte più esterna di questa sorta di recinto viene a caratterizzarsi per delle decorazioni abbellite da scene di mitologia classica e dei fregi di vaste dimensioni e processionali.
In queste specifiche figure si possono ammirare i ritratti dello stesso Augusto, della famiglia imperiale, degli ufficiali coinvolti nelle battaglie e di altri personaggi di Roma.
I pannelli dell’Ara Pacis
I pannelli dell’altare sono una delle attrazioni maggiori di questo monumento.
Il lato principale dell’Ara Pacis si caratterizza per due pannelli, quello che rappresenta il Lupercale e quello che invece raffigura il sacrificio di Enea ai Penati. Nel primo caso, ci stiamo riferendo a una scena molto suggestiva, ma di cui rimangono pochissimi frammenti e segni.
È comunque possibile ricostruire con una certa sicurezza la fondazione della città di Roma, con il dio della guerra Marte, che viene considerato il padre dei gemelli Romolo e Remo.
Tutti questi personaggi assistono a una scena celeberrima, l’allattamento dei gemelli da parte della lupa.
Il lato destro è invece dominato dal Sacrificio di Enea ai Penati. Enea e il figlio Ascanio si trovano nei pressi di un altare, luogo in cui sacrificare la scrofa bianca di Laurento.
I Penati altro non erano che le divinità protettrici di Lavinio. I frammenti sono scarsi, ma la ricostruzione della vicenda è stata comunque possibile. Sul lato secondario, poi, si trovano altri pannelli.
La Personificazione di Roma è andato quasi totalmente perduto, ma i rari pezzi che sono rimasti raccontano della città raffigurata come una sorta di guerriera in abito amazzonico e seduta su delle armi.
Gode di una migliore conservazione il pannello Saturnia tellus, una allegoria di una terra risalente all’Età dell’oro. Raffigura una matrona seduta con due putti sul proprio grembo e due ninfe che la circondano ai lati.
Altre informazioni importanti su Roma sono nella nostra Guida di Roma.